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La frattura di Bennet è una frattura del primo metacarpo

con una sua sublussazione.Varie sono le dinamiche che portano a tale frattura ed il trattamento è spesso chirurgico.
Il paziente che giunge in ospedale con questa frattura viene valutato dal medico ortopedico e la scelta terapeutica potrà essere:1) una proposta di intervento di osteosintesi 
2) un tentativo ,coadiuvato dal tecnico gessista,di ridurre la frattura manualmente ed incruentemente e successiva applicazione di gesso tipo cellona o meglio di gesso in fiberglass.

 

 

TRATTAMENTO CHIRURGICO:
 Il paziente viene edotto sulla modalità dell'intervento chirurgico e viene operato contestualmente all'arrivo in pronto soccorso compatibilmente con la disponibilità dell'ospedale ad eseguire immediatamente l'atto chirurgico.Nella maggioranza dei casi non essendo una patologia a rischio di vita si preferisce organizzare l'intervento che avverrà nel giro di pochi giorni.Il paziente viene steccato con uno splint metallico tipo zimmer oppure con stecca in gesso cellona oppure ancora in schotchast( fibra di vetro ).In sala operatoria  in anestesia plessica ,con l'ausilio di un trapano su cui è montato un filo di kirshner si perfora l'osso fratturato e si riduce la frattura sintetizzandola con uno o due fili per cutanei in radioscopia come si vede dall'immagine accanto.Il gesso o comunque il dispositivo di immobilizzazione viene mantenuto per trenta giorni e i fili di k vengono rimossi solo dopo aver valutato la formazione di callo osseo con una radiografia.Molte persone pensano che per  la rimozione del filo di k si debba fare una anestesia ma in  realta' si sfilano senza dolore e si sente solamente un leggero fastidio.








 


TRATTAMENTO  IN GESSO
:Questo è un tentativo che il medico può decidere di adottare sperando in una riduzione della frattura  ottimale.Il pollice viene trazionato e con decisione viene deviato per riallineare fisiologicamente i monconi riducendo allo stesso tempo la sublussazione(come si vede dalle frecce sul disegno i punti su cui preme l'ortopedico per allineare la frattura).Il gessista applica a questo punto la maglia tabulare sintetica e segue con l'applicazione di cotone di Germania da 5 centimetri .Il,passaggio finale per il confezionamento del gesso per la frattura di Bennett  è costituito dalle bende di cellona che viene modellata sul primo dito della mano e comprendente anche il polso.Il gesso deve bloccare i movimenti del primo dito e del polso.La posizione da tenere durante la giornata è in scarico ed è utile munirsi di un reggi braccio o un semplice foulard .Attenzione particolare al controllo della motilità e circolazione.un gesso troppo stretto va subito tagliato a valva o semplicemente fessurata con l'apposita taglia gessi.

Il tempo di guarigione è di un mese come per la maggior parte delle fratture.
Evidentemente se l'oropedico decide per un dispositivo di immobilizzazione rimovibile per le eventuali medicazioni dopo l'inervento chirurgico allora si avra' una stecca con il primo dito incluso come mostrato in figura.

COMPLICANZE:Sono di varia natura e vanno dal cattivo consolidamento alla formazione di un callo osseo anomalo(pseudoartrosi) .Queste complicazioni sono rare e  a cui possono aggiungersi quelle infettive dovute ad intervento chirurgico,anche se con i fili di k non si hanno statistiche degne di nota in merito.

RIABILITAZIONE: Come per tutte le parti anatomiche del corpo umano che vengono immobilizzate da un dispositivo,anche la frattura di bennett rientra in un programma di recupero funzionale che mira all'ottenimento della totale ripresa dell'uso del pollice .Generalmente la prognosi e' favorevole tanto che il paziente alla lunga non ricordera' piu' di essere stato sottoposto a trattamento per frattura di bennett.

 

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