Bendaggio funzionale caviglia per distorsione

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Le lunghe passeggiate sui sentieri di montagna,le corse su strada sterrata,scendere dal treno ,scendere le scale

distrattamente etc..etc.. sono molteplici le cause della distorsione di caviglia che costringono spesso la persona a recarsi in pronto soccorso a causa del male tremendo avvertito.

Il medico di pronto soccorso fa eseguire una radiografia dalla quale vede se ci sono fratture del comparto tibiotarsico e con l’esame obiettivo del paziente sceglie la terapia appropriata.

La storta come si chiama nel gergo comune non e’ altro che un movimento innaturale dell’articolazione tibiotarsica che si crea quando il piede si flette violentemente dal lato del 5 metatarso facendo si che i tendini del malleolo peroneale vengano bruscamente sollecitati.

La rottura parziale del peroneo astragalico (peroneo lungo e breve) comporta una instabilita’ di caviglia e richiede un periodo di immobilizzazione della caviglia fino a dover ricorrere all’intervento chirurgico.

Il medico ortopedico valutato il paziente decide per:

1) bloccare la caviglia con stecca in gesso o fiberglass per 10 giorni senza carico concesso(applicazione di ghiaccio topico e arto declive ed antinfiammatori)

2)Applicare un gesso con il carico concesso utilizzando del softcast o gesso in vetroresina rinforzato sui malleoli.(uso di stampelle sempre consigliato e arto declive per ridurre gli edemi)

3)Bendaggio funzionale con carico concesso attraverso l’uso di bende elastiche e di cerotti anelastici(arto sempre in scarico,applicazione di ghiaccio topico ed antifiammatori ed uso delle stampelle per la deambulazione)

4)Per le instabilita’ croniche della caviglia propone l’intervento chirurgico(tipo watson jones)

IN TUTTI I CASI DI DISTORSIONI ,CONTUSIONI E TRAUMI IN GENERALE VALE LA REGOLA DEL RIPOSO,DELLA POSIZIONE DELL’ARTO DECLIVE E L’APPLICAZIONE DI GHIACCIO TOPICO

ESECUZIONE TAPING CAVIGLIA

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Di seguito spieghiamo come eseguire il bendaggio di caviglia nel caso in cui non ci siano fratture dei malleoli,nei casi in cui l’edema non sia tantissimo e in tutti i casi in cui il bendaggio venga prescritto dal medico.
Il materiale occorrente consiste nell’avere a disposizione:
1)una bomboletta di spray per l’adesione del nastro alla cute
2)una benda di marca qualsiasi ,elastica  in lunghezza (per esempio in porodress) da 6 cm
3) una benda elastica  tipo tensoplast da 8 cm
4)del cerotto per bendaggi anelastico da 3,8 cm
Prima di procedere all’applicazione della fasciatura pulire accuratamente la caviglia ed asciugarla  bene.Spray sulla superficie cutanea giungendo fino alla base del muscolo polpaccio.

Il paziente con il piede mantenuto a 90° lo fa sporgere dal lettino e si applica la prima benda elastica partendo dal lato mediale del polpaccio passando sul malleolo tibiale e passando dal calcagno arrivare dalla parte opposta  passando sopra il malleolo peroneale.

A questo punto si prosegue l’esecuzione del bendaggio con la benda elsatica da 8 cm e sopra di esso verranno successivamente applicate le staffe in cerotto anelastico come vedremo avanti.

La staffa viene fatta passare sotto il calcagno e sui malleoli.E’ molto importante centrare il nastro sui malleoli in quanto questo assicura al piede il movimento di estensione e flessione.

Si esercita una trazione verso il lato esterno del malleolo peroneale per tenere il piede tirato verso l’esterno in quanto la forza di distorsione traziona il piede verso l’interno

Si pone a questo punto un nastro che si sovrappone per un terzo al malleolo laterale e mentre un lato viene fissato al dorso del piede, l’altra estremità ruota attorno al calcagno (fig.10) giunge alla pianta del piede e si fissa alla base del IV° metatarso (fig.11); in questo modo abbiamo seguito il decorso del muscolo tibiale posteriore.

Un identico nastro verrà teso sovrapponendosi per un terzo al malleolo, per terminare questa volta alla base del 1° metatarso, seguendo il corso del muscolo peroneo lungo, (fig. 12)

Questi 2 nastri vengono uniti da una striscia di TAPE trasversale (fig.13) scollati e rincollati sul piede posto in posizione arcuata cosi da scaricare la volta plantare, (fig.14)
È molto importante questa manovra poiché aiutiamo la muscolatura intrinseca del piede a mantenere un buon grado di tensione.
Si pone poi un’altra staffa in TAPE che parte dal calcagno e risale verso il dorso del piede. Il nastro questa volta decorre obliquamente incrociandosi al di sopra del fulcro di movimento della tibio-tarsica evidenziato nella figura: è questa la cosiddetta “figura a canestro”(fig.15). Il nastro non deve creare ostacolo alla flesso-estensione del piede; assicuriamo nel contempo un sostegno al retinacolo dei muscoli estensori inferiori, che spesso sono coinvolti nel meccanismo traumatizzante la caviglia nel movimento di forzata inversione che è quello più frequente.

Il quarto nastro, fondamentale, è l’elevatore del bordo esterno del piede (sempre nel caso dì trauma in inversione) che provoca un atteggiamento in pronazione al piede. (fig.16)
Possiamo applicare più nastri che si sovrappongono per un terzo, per offrire una più valida tenuta a seconda del peso dell’atleta o dello sport praticato.
(fig. 17)

A questo punto è necessario rifinire il bendaggio per garantire una maggiore solidità all’insieme; si utilizzano a tal scopo una serie di nastri adesivi applicati senza tensione sovrapponendoli uno all’altro di circa un terzo. (fig.18)
Posteriormente il bendaggio non verrà chiuso circolarmente cosi da non risultare ostacolante per la circolazione. (fig.19)
Anche la parte plantare viene rifinita ponendo una piccola staffa in TAPE longitudinalmente. (fig.20)
Questo bendaggio è in grado di mantenere inalterata ia flessione sia dorsale che plantare; l’eversione risulta frenata; l’inversione è quasi impossibile.
È un bendaggio ad immobilizzazione parziale che previene il sovraccarico del compartimento esterno, ma permette II fisiologico funzionamento delle altre strutture.

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