L’esame obiettivo è costituito dalla ispezione e palpazione
della mammella e delle stazioni linfonodali(ascellari e sopraclaveari).
L’ispezione consente di individuare differenze di volumi tra un seno e l’altro,alterazioni del loro contorno,asimmetria dei capezzoli e delle areole.
Successivamente si ricercano eventuali dilatazioni venose sottocutanee che corrispondono ad un aumentato afflusso in seguito a neoplasie,ad arrossamenti ,ad edema della cute(causato da un blocco dei vasi linfatici cutanei con accumulo di linfa nello strato del derma producendo la cosiddetta pelle a buccia d’arancia),erosioni del capezzolo e dell’areola,fenomeni di retrazione cutanea.
Indagini strumentali per la patologia della mammella
- Mammografia:attraverso le radiografie dei tessuti mammari senza impiego di mezzi di contrasto si possono evidenziare eventuali neoformazioni benigne,rilevabili per una opacità omegenea con contorni netti o maligne con opacità disomogenea e contorni non ben delimitati ed irregolari.
Le microcalcificazioni mammarie possono essere valutate nell’immagine qui a fianco.
- Galattografia:per eseguirla si introduce un mezzo di contrasto nei dotti galattofori e successivamente si eseguono delle radiografie che permetteranno di valutare la dimensione dei dotti ed eventuali stenosi (per esempio si potrebbe vedere la presenza di papillomi)come mostrato in figura
- Termografia:Con l’ausilio di particolari macchine è possibile fotografare le aree della mammella evidenziando le differenti aree di temperatura tale da permettere la visione di zone con iperafflusso ematico .
- Ecografia:permette di valutare formazioni solide o liquide.
- Diafanoscopia(transilluminazione): con la luce fredda ,di elevata intensità,la mammella può essere esaminata in trasparenza per cui eventuali alterazioni ghiandolari possono essere viste come aree scure con caratteristiche particolari a seconda il tipo di lesione.
- Citologia:il liquido secreto dal capezzolo ,anche in piccolissima quantità, può essere strisciato su un vetrino e colorato.L’osservazione al microscopio può rilevare la presenza di cellule tumorali,se la neoplasia interessa uno dei dotti,anche prima di essere apprezzabile alla palpazione.
- BIopsia chirurgica: è di fondamentale importanza soprattutto nei casi di sospetta malignità.Per fare questo esame chiamato agoaspirato si punge con una siringa il nodulo cistico per prelevare il campione e farlo analizzare in laboratorio di istologia.
- Autopalpazione: molto importante venga eseguita ponendosi in piedi difronte a uno specchio e con una buona illuminazione ambientale per guardare alterazioni di dimensione e della cute del seno e del capezzolo.Successivamente da sdraiata alza il braccio sopra la testa e con la mano dell’altro arto esegue la palpazione.La palpazione deve essere eseguita delicatamente con le dita disposte a piatto.Si controlla così la metà mediale della ghiandola,dall’esterno all’interno e dall’alto in basso.La palpazione di una disomogeneità o di un nodulo oppure la variazione di consistenza di una porzione del tessuto ghiandolare,vanno immediatamente riferiti al medico al fine di un più approfondito accertamento diagnostico.Data la frequenza del carcinoma mammario e la possibilità di una sua possibile individuazione precoce,deriva l’importanza dell’esecuzione periodica di questo autotest.