GOZZO BASEDOW

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E’ uno stato di iperfunzione tiroidea (ipertiroidismo) ad etiopatogenesi ancora non ben definita. Tra le varie ipotesi avanzate negli ultimi anni quella che oggi si ritiene più verosimile ammette l’interconnessione di molteplici fattori (eccesso di iodio, traumi psichici, infezioni, gravidanza) con fattori genetici. Il quadro che ne risulterà sfocierebbe in uno stato di ipertiroidismo autonomo dal controllo ipofisario. La malattia si manifesta con una sintomatologia molto varia prodotta da una vera e propria intossicazione di ormoni tiroidei da cui il termine di tireotossicosi). I principali reperti sono (Fig. 12):ipertiroidismo del paziente con basedow
– Gozzo: la tiroide si presenta uniformemente aumentata di volume, con dimensioni contenute, indolente, pulsante per l’ipervascolarizzazione

S.N.C.: nervosismo, ansia, insonnia, tremori
– Apparato cardiovascolare: tachicardia, palpitazioni, ipertensione, aritmie
– Apparato genitale: amenorrea, perdita della libido
– Apparato locomotore: osteoporosi, astenia, paresi
– Cute: sudorazione calda, vasodilatazione cutanea, edema pretibiale
– Sintomi oculari: esoftalmo, cioè protrusione dei globi oculari , ulcerazioni corneali cecità nei casi avanzati
La diagnosi si basa sulla determinazione del tasso di ormoni tiroidei T3 e T4 in circolo, del dosaggio del TSH, della curva di captazione ‘”1, della scintigrafia tiroidea, oltre che sui reperti clinici caratteristici.
La prognosi della malattia è buona, grazie ai progressi della terapia farmacologica degli ultimi anni, ma incombe a volte la minaccia temibile della crisi tireotossica o «tempesta tiroidea» che può mettere in pericolo la vita del paziente. Questa consiste in un improvviso peggioramento dello stato ipertiroideo, scatenato da fattori molteplici come stress fisici, infezioni, infarto miocardico e, soprattutto, da interventi sulla tiroide, qualora il paziente non sia stato adeguatamente preparato con farmaci antitiroidei e beta-bloccanti.
La terapia della malattia di Basedow può essere medica, radiante e chirurgica.
Il trattamento medico fornisce buone remissioni, ma non guarisce la malattia; è indicato nei soggetti che rifiutano il trattamento chirurgico e radiante e in quelli da sottoporre ad intervento chirurgico per prevenire la tempesta tiroidea. 1 farmaci antitiroidei più impiegati sono il carbimazolo e il metimazolo (Tapazole), associati di solito a farmaci beta-bloccanti (propanololo)

La terapia radiante, con Jodio 131, viene riservata in genere ai pazienti più anziani, ai soggetti che rifiutano l’intervento chirurgico e a quelli che non possono essere sottoposti ad un intervento chirurgico a causa di gravi condizioni generali o, nei casi di recidiva dopo chirurgia. E’ un trattamento che permette di ottenere buoni risultati ma che necessita anch’esso della associazione con beta-bloccanti per ridurre le manifestazioni cliniche della malattia. L’unica comphcanza è rappresentata dalla possibile insorgenza di un ipotiroidismo.
La terapia chirurgica si avvale della tiroidectomia sub-totale (quattro quinti della ghiandola) e fornisce ottimi risultati. Condizione essenziale per un ottimale risultato chirurgico è la preparazione del paziente con farmaci (antitiroidei, beta-bloccanti, soluzione di Lugol) in maniera da procedere all’intervento in condizioni di eutiroidismo, premessa che scongiura l’insorgenza nel periodo post-operatorio immediato di una tempesta tiroidea.

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