I DRENAGGI IN CHIRURGIA

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drenaggi in pvc uretraliI drenaggi vengono messi profilatticamente, per evitare l’accumulo di fluidi, o terapeuticamente per provocare l’uscita di quelli che sono già accumulati.
Bisogna usare il drenaggio ogniqualvolta si constata o si prevede la formazione di raccolte di sangue, bile, linfa, essudati o trasudati o di materiale infetto o contaminato.

Il drenaggio usato dovrebbe essere:
1) soffice per non erodere i tessuti circostanti;
2) liscio perchè la fibrina non vi aderisca;
3) di materiale preferibilmente radiopaco in modo da renderlo visibile all’Rx in caso sia necessario valutare la sua posizione, che non si alteri a contatto con i tessuti e che non formi corpo estraneo;
4) dovrebbe essere posizionato attraverso una ferita diversa dalla incisione chirurgica.
I materiali usati per drenaggio sono di diverso tipo: la garza agisce come drenaggio solo finché l’azione capillare del tessuto può assorbire liquido. Appena la garza è satura, essa agisce più come tappo che come drenaggio. La garza va usata quindi solo in determinate circostanze: per foderare una cavità in modo da impedire la sua chiusura (es. ascesso), per stimolare il tessuto di [the_ad id=”532″]granulazione o per controllare la diffusione dell’essudazione (Fig. 2).drenaggio per capillarità
La gomma è usata sotto forma di strisce zigrinate o come tubi cavi. I drenaggi comunemente usati sono costituiti da tubi di gomma, di calibro variabile, provvisti all’estremità distale di alcuni fori per facilitare la fuoriuscita dei secreti (Fig. 3).drenaggi con tubi e garze
Alcuni tipi di drenaggio prevedono l’uso di garze assieme a tubi o lamine di gomma (Fig. 4).
Possono essere inoltre adoperati drenaggi «piatti» tipo Müller, sondini in plastica etc.
In caso di drenaggio del cavo pleurico sono frequentemente utilizzati tubi di Argyle o Pezzer o Malecot (Fig. 5).

drenaggio malecot

La aspirazione può essere applicata al drenaggio per aumentare la sua efficacia contro la forza di gravità. Essa inoltre previene il danno cutaneo se le secrezioni sono irritanti e permette una misurazione accurata del volume di liquido rimosso.
I drenaggi a suzione sono particolarmente vantaggiosi nelle fistole pancreatiche, duodenali, digiunali e ileali così come nel drenaggio pancreatico dopo traumi oppure in zone di ampio scollamento (drenaggio ascellare e lungo il margine mediale del m. grande pettorale dopo intervento chirurgico di mastectomia). Tubi opportunamente posizionati possono essere usati per irrigazioni. I drenaggi non dovrebbero essere posizionati all’interno di spazi articolari, attraverso strutture tendinee dove una reazione organica eccessiva porta ad una diminuzione della funzione. In vicinanza di tendini, nervi, grossi vasi e organi solidi si dovrebbero usare solo drenaggi morbidi, altrimenti può aversi la necrosi di queste strutture vitali per decubito del drenaggio stesso. Secondo alcuni i drenaggi in vicinanza di anastomosi intestinali non sarebbero necessari. Solitamente tali drenaggi vengono posizionati allo scopo di evidenziare una eventuale deiscenza dell’anastomosi.
Rimozione dei drenaggi
I drenaggi in linea di massima dovrebbero essere rimossi quando non fuoriesce più il liquido di cui si teme l’accumulo (sangue, bile, ecc.) Essi devono essere accorciati progressivamente e quindi tolti, se possibile, nelle prime giornate dopo l’intervento.
I drenaggi posizionati allo scopo di drenare raccolte ascessuali o di altro genere devono essere lasciati in sede per tutto il tempo in cui essi lasciano uscire quantitativi rilevanti di liquido; in questo periodo è utile muovere il tubo senza ritirarlo allo scopo di prevenire le aderenze; se non esce liquido ulteriore si rimuove il drenaggio gradualmente, pochi centimetri alla volta. In questo modo il solco del drenaggio si colmerà a cominciare dal punto più profondo. Se il drenaggio è tolto completamente in un solo tempo, la cute si chiude rapidamente mentre si forma una tasca e nel solco del drenaggio può intervenire una suppurazione.
Complicanze
Poiché i drenaggi agiscono da corpi estranei essi richiamano intorno a sè una risposta tessutale infiammatoria. Un drenaggio è una via a doppio senso, perché oltre ad estrarre liquidi e materiali permette l’ingresso di batteri che possono sviluppare una infezione locale o invasiva.
Una accurata medicazione della ferita e la rimozione del drenaggio appena possibile, riduce la possibilità di una infezione. Poiché il drenaggio permette l’ingresso di batteri e poiché ostacola la chiusura di una ferita esso non dovrebbe essere mai posto attraverso la ferita chirurgica. I drenaggi posizionati nella cavità peritoneale possono provocare ileo paralitico o stimolare la formazione di aderenze che possono portare secondariamente ad una ostruzione meccanica dell’intestino.
Un’altra complicanza è rappresentata dal decubito di tubi di drenaggio su vasi, vie biliari, anastomosi con conseguenti emorragie, fistole, deiscenze etc.
Una parte di drenaggio può rompersi o può scivolare all’interno della cavità ed essere ritenuto come corpo estraneo richiedendo un reintervento per la sua rimozione. I drenaggi devono perciò essere fissati con aghi di sicurezza o suturati alla cute con materiale non riassorbibile.

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