AUTOCONTROLLO PRESSIONE ARTERIOSA

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Misurare la pressione arteriosa e’ indispensabile per stabilire se la terapia farmacologica sta dando buoni risultati.

Le persone affette da ipertensione dovrebbero imparare a controllare da sole la pressione arteriosa: solo ripetendo più volte al giorno questo esame, infatti, è possìbile controllare con precisione gli effetti delle cure. Questo controllo è molto semplice da eseguire, soprattutto se si usano degli apparecchi per la misurazione della pressione arteriosa, gli sfigmomanometri, per uso domestico; questi apparecchi sono molto più semplici da usare di quelli impiegati dai medici: in alcuni di essi un segnale luminoso o acustico indica il momento in cui la lancetta segna sul quadrante i valori
della pressione minima e massima, in altri i due valori compaiono direttamente sul visore.

A. Il bracciale gonfio impedisce il passaggio del sangue nell ‘arteria e il sensore non invia segnali.
B. Rilasciando parzialmente il bracciale, il sangue irrompe
in modo turbolento nell ‘arteria e il sensore invia dei segnali.
C. Rilasciando ancora il bracciale, si permette al sangue di fluire tranquillamente nell’arteria; non si creano più turbolenze e il sensore non invia più segnali.PRESSORE SFIGMOMANOMETRO

Come si usa lo sfigmomanometro:

Il disegno mostra come si misura la pressione
arteriosa con uno sfigmomanometro elettronico:
1. Infilare la mano nel bracciale; 2. Spingere il bracciale
oltre la piega del gomito, ponendo.
anteriormente il bollino di riferimento; 3. Stringere
il bracciale; 4. Premere la pompetta fino a
portare la lancetta oltre i valori presunti di pressione
massima, poi aprire piano la valvola.
Con il bracciale gonfio, il sangue non può fluire
e il sensore non manda segnali;
aprendo la valvolina, si sgonfia il bracciale,
fino a un punto in cui il sangue passa a fatica,
e il flusso è avvertito dal sensore:
l’apparecchio emette un segnale, e si può leggere
la pressione massima; sgonfiando di più, il sangue passa

COME SI USA SFIGMOMANOMETRO
bracciale per la misurazione della pressione arteriosa.Oggi in commercio ne troviamo diversi modelli elettronici anche da polso e addirittura dito.I risultati sicuri sono pero’ appannaggio di quelli a mercurio e a lancetta.

senza turbolenza: l’apparecchio non emette
segnali e sul quadrante si legge la pressione minima.

L’ipertensione

All’interno dei vasi sanguigni arteriosi, la pressione del sangue varia ritmicamente entro limiti ben precisi, in rapporto con due fattori: la pressione massima, che dipende dalla spinta impressa al sangue dal cuore; quella minima, che dipende dallo stato di contrazione delle arterie.

La pressione del sangue nelle arterie può essere misurata molto semplicemente con uno strumento chiamato sfigmomanometro, che viene applicato a livello del braccio; di solito, la misurazione viene effettuata in millimetri di mercurio (mm Hg), anche se alcuni medici hanno iniziato ad adottare l’unità di misura internazionale della pressione, il Pascal.
In condizioni normali, la pressione arteriosa minima di una persona adulta dovrebbe aggirarsi sugli ottanta millimetri di mercurio, e quella massima dovrebbe toccare i centoventi millimetri di mercurio, o poco più. Molto spesso, però, supera questi limiti: si parla, allora, di ipertensione. La vera ipertensione è caratterizzata da un aumento della pressione minima, mentre un aumento isolato della pressione massima può essere provocato da fattori emotivi; in genere, si considera pericoloso un aumento della pressione minima al di sopra dei novanta millimetri di mercurio negli uomini e dei novantacinque nelle donne.
Le cause dell’ipertensione arteriosa non sono completamente note: in alcuni casi sono legate a malattie dei reni o delle ghiandole surrenali, ma la maggior parte delle volte non è possibile identificare una causa ben precisa. Sono invece noti alcuni dei fattori che possono contribuire alla comparsa di questa malattia: uno di questi è lo stress emotivo continuo, ma altrettanto importante è l’ingestione di quantità eccessive di sodio con la dieta: infatti esso favorisce la ritenzione di liquidi nell’organismo e determina uno stato di contrazione delle arterie ed entrambi questi meccanismi provocano un aumento della pressione arteriosa.
L’aumento della pressione del sangue all’interno delle arterie ha conseguenze molto pericolose a livello di tutto l’organismo particolarmente negli uomini e nell’età avanzata. In primo luogo, l’ipertensione impone al cuore un maggiore lavoro, necessario per spingere il sangue nelle arterie contratte; in una prima fase, il cuore reagisce alla situazione irrobustendo le pareti muscolari, ma alla fine cede e si dilata. La dilatazione del cuore può portare a uno scompenso.
Le arterie sono gravemente lesionate dall’aumento della pressione al loro interno: questo fatto favorisce la comparsa di spasmi arteriosi e di emorragie. Particolarmente colpite sono le piccole arterie dell’occhio: la loro lesione si manifesta con alterazioni della vista. Molto gravi sono le conseguenze a carico del cervello: il paziente avverte spesso mal di testa, ronzii alle orecchie, vertigini e un senso di stordimento. Se l’ipertensione è grave, il paziente può essere colpito da un’emorragia cerebrale, che ha spesso esito mortale.L’ipertensione impedisce anche il regolare funzionamento del rene: le sue arterie sono contratte, e il sangue che deve essere deputato non può raggiungere normalmente il rene. A lungo andare, questa diminuzione della funzionalità può portare a morte il paziente.

L’aumento della pressione arteriosa non è, dunque, un disturbo da trascurare: in primo luogo, è importante la prevenzione, che consiste nell’evitare di ingerire quantità eccessive di sale con la dieta, e nel cercare di reagire con maggiore serenità alle situazioni di stress emotivo, che possono aggravare l’ipertensione.
La cura di questa malattia deve sempre essere prescritta dal medico; esistono, infatti, numerosi farmaci attivi contro l’ipertensione, che agiscono con meccanismi diversi: favorendo l’eliminazione dei liquidi, dilatando le arterie, attenuando la forza di contrazione del cuore. Una precauzione essenziale è quella di non interrompere mai bruscamente la cura senza chiedere consiglio al medico, neppure se il farmaco provoca effetti collaterali sgradevoli, oppure se la pressione è ritornata normale: una brusca interruzione della cura provoca sempre una rapida risalita della pressione sanguigna, che può scatenare un’emorragia cerebrale.

 

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