Diagnosi precoce tumore del seno con la tecnologia MIRA

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tumore al seno diagnosi precoce

La tecnologia
La storia delle tecniche diagnostiche ha visto l’impiego di diverse tecnologie, specifiche per una particolare malattia o tipologia di paziente: i raggi X, utilizzati nella radiografia, mammografia, Moc eTac; gli ultrasuoni dell’ecografia; le onde radio unite ai campi elettromagnetici nella Risonanza magnetica. Tutte queste tecniche sono accomunate dall’emissione di radiazioni o onde sonore che interagiscono con il paziente.
La tecnologia MIRA, invece, sfrutta i raggi infrarossi emessi dagli esseri umani.
«E’ una tecnologia nata per scopi militari e trova oggi applicazione in ambito medicale. Il meccanismo alla base è paragonabile a quello delle telecamere di sorveglianza sensibili agli infrarossi: queste ricostruiscono i segnali emessi dal corpo, compongono le sagome e ci consentono di identificare figure umane anche di notte, in totale assenza di luce. La nuova apparecchiatura MIRA, prodotta dall’azienda israeliana Real Imaging, identifica e analizza le strutture vascolari delle mammelle i cui raggi infrarossi sono rivelati dall’apparecchiatura in modo specifico»
L’esame
A differenza della mammografia, non c’è contatto con la macchina e quindi nessuna invasività. L’esame, svolto da un tecnico, dura circa venti minuti: la paziente è seduta davanti a un pannello ottico e viene sottoposta a un semplice stress termico. «Si fanno indossare particolari guanti a bassa temperatura: il freddo
vasocostrittore, fa restringere i vasi sanguigni, soprattutto le arterie .Ne consegue la diminuzione del flusso sanguigno, e quindi del calore determina una riduzione dei raggi infrarossi emessi, appunto, per effetto termico. Dopo circa un minuto i guanti freddi sono rimossi e il corpo risponde tornando all’equilibrio termico. L’incremento dell’emissione di raggi infrarossi  consente di elaborare una mappa vascolare di entrambe le mammelle e,quindi, le informazioni necessarie a stimare la probabilità di avere un tumore infatti, in presenza di un tumore, la distribuzione dei vasi sanguigni cambia, «La donna sana ha una distribuzione pressoché simmetrica, il tumore  invece costruisce attorno a sé una rete aumentata di arterie, con asimmetria fra le due mammelle. Dal test MIRA si ottengono immagini, ma un’indicazione della probabilità di avere un tumore grazie a una sofisticata elaborazione software. Se l’esame è positivo, la paziente va invitata a sottoporsi a 
una risonanza magnetica per individuare l’eventuale tumore.
A chi è destinato:
L’imaging ottico opera dove la mammografia può fallire. «ll ruolo della mammografia
nella diagnosi precoce del tumore mammario è fondamentale  ma questa può essere falsamente negativa quando la paziente ha costituzionalmente un’elevata densità mammaria, cioè quando c’è molta ghiandola e poco grasso. Ai raggi X queste due componenti hanno comportamento diverso:il grasso è “radiotrasparente”, mentre la ghiandola assorbe i raggi X. Spesso il tumore ha una densità analoga a quella della ghiandola e la mammografia non riesce a distinguerlo: l’esito dell’esame può quindi essere un falso negativo. MIRA sfrutta una tecnologia completamente diversa rispetto ai raggi X e può porre il sospetto della presenza di tumore anche quando la mammografia è negativa.


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