Farmaco o il pacemaker nell’aritmia?

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il tracciato ecg
Le alterazioni del ritmo non sempre sono sintomatiche alla persona ma vengono evidenziate semplicemente eseguendo un tracciato elettrocardiografico comunemente chiamato elettrocardiogramma.

I farmaci e il pacemaker come soluzione ad aritimie cardiache anche gravi.

In questo capitolo ci occuperemo dei disturbi del ritmo cardiaco e ai rimedi che la scienza medica di oggi ci permette di utilizzare per far tornare il cuore ad un lavoro elettrico normale seppur aiutato da sostanze farmacologiche che da impianti sottocutanei come può esserlo il pacemaker.

Cosa sono i disturbi del ritmo?

Le anomalie della generazione del ritmo cardiaco sono, di solito, provocate dal fatto che una
zona del cuore diversa dal nodo seno-atriale genera un impulso che fa contrarre tutto il cuore. Questo impulso anomalo può comparire sporadicamente e in questo caso si parla di extrasistole; ma in altri casi il centro anomalo di generazione degli impulsi continua a contrarsi con una frequenza superiore al nodo seno-atriale, e assume il comando del cuore: compare così una tachicardia, cioè un aumento della frequenza di contrazione del cuore.
Le extrasistoli possono essere provocate da una malattia del cuore, come l’infarto cardiaco, oppure, soprattutto nei giovani, possono essere scatenate da uno stato di tensione emotiva. Se l’extrasistole è isolata non viene avvertita dal paziente, mentre una serie di extrasistoli consecutive provoca una sensazione fastidiosa, come un frullare di ali dentro al torace, oppure un breve mancamento; ma i medici dicono che le extrasistoli sono tanto più innocue quanto più il paziente se ne accorge.
Le variazioni della frequenza di contrazione del cuore possono avere entità molto variabile. Un disturbo più raro è costituito dalla bradicardia, in cui la frequenza cardiaca scende al di sotto dei settanta battiti al minuto; questa anomalia può essere legata a cause costituzionali, e in questo caso non ha conseguenze negative; ma altre volte la bradicardia può essere provocata da intossicazioni o da gravi malattie del cuore. In questo secondo caso le conseguenze sono temibili, la cura delle aritimie cardiache e pacemakerperché una netta diminuzione della frequenza può sia compromettere la circolazione del sangue, sia scatenare, come reazione, una grave tachicardia.
Le cause capaci di scatenare una crisi di tachicardia sono molto numerose: le più banali sono le malattie febbrili e gli stati di tensione emotiva, che provocano un aumento non molto elevato della frequenza in persone sane; queste crisi si manifestano con una fastidiosa sensazione di palpitazione al torace, il cardiopalmo, spesso accompagnata da un senso di angoscia. La situazione è molto più grave se la tachicardia è provocata da una malattia cardiaca; in questo caso il paziente perde spesso conoscenza e il cuore può contrarsi frequentemente, ma inefficacemente. Questa condizione è detta flutter o fibrillazione ventricolare ed è equivalente a un arresto cardiaco.
Il flutter e la fibrillazione possono colpire solamente gli atri: nel caso del flutter alcuni degli impulsi alla contrazione passano ritmicamente ai ventricoli mentre nel caso della fibrillazione il passaggio dell’impulso e la contrazione dei ventricoli sono completamente aritmici.

 Quali mezzi per combattere le aritmie cardiache?

impianto sottocutaneo pacemaker

Un corretto trattamento delle aritmie cardiache richiede, in primo luogo, una diagnosi molto accurata, per identificare sia l’esatta natura che le cause della malattia: per ottenere questo risultato, è necessario sottoporsi a tutti gli esami prescritti dal medico.

IL RIPOSO

Molto spesso, le aritmie possono insorgere anche in un cuore perfettamente sano, e in questo caso sono provocate da uno stato di fatica fisica o di tensione emotiva prolungate. In questo caso, la prima regola è quella di mettere a riposo il cuore, cercando di evitare gli impegni più gravosi fisicamente o emotivamente. A volte, il medico può prescrivere una breve cura a base di ansiolitici. L’aritmia può anche essere favorita da un eccessivo consumo di caffè, tabacco o alcolici: naturalmente, è sempre consigliabile evitare l’abuso di queste sostanze tossiche.

I FARMACI

I farmaci efficaci nel trattamento delle aritmie cardiache sono estremamente numerosi: si può dire che per ogni tipo di aritmia esista un farmaco particolarmente efficace, che può invece risultare del tutto inutile o addirittura controindicato in altre forme di aritmia. La scelta del farmaco più adatto deve, quindi, sempre essere affidata a un medico esperto, specializzato in cardiologia: in nessun caso bisogna cercare di curare da soli un’aritmia, assumendo un farmaco prescritto a un’altra persona per un disturbo anche apparentemente analogo.

PACEMAKER

L’applicazione di un pacemaker è necessaria tutte le volte che il cuore è interessato da una grave aritmia, tale da far temere l’insorgenza di un arresto della contrazione cardiaca o di un’altrettanto temibile fibrillazione ventricolare.

• Intossicazione da farmaci. Alcuni farmaci, soprattutto la digitale, particolarmente utilizzata in caso di scompenso cardiaco, possono scatenare, se utilizzati in modo improprio, crisi piuttosto gravi di aritmia cardiaca. In questi casi è particolarmente indicata l’applicazione di un pacemaker temporaneo, che non richiede un intervento chirurgico come il pacemaker a permanenza, per consentire al paziente di superare l’intossicazione acuta.

• Infarto del cuore. Una fra le complicazioni più temibili dell’infarto cardiaco è costituita proprio dalla comparsa di aritmie mortali, come la fibrillazione ventricolare: per prevenirle è spesso consigliabile l’applicazione di un pacemaker temporaneo. Se l’infarto ha colpito le zone del cuore in cui passa il sistema di conduzione, alcuni cardiologi consigliano l’applicazione di un pacemaker a permanenza a scopo preventivo.

• La bradicardia. Certe malattie del nodo seno-atriale si manifestano con un notevole rallentamento del battito cardiaco, chiamato dai medici bradicardia. Questo disturbo può compromettere la regolare circolazione del sangue e può favorire la comparsa di altre gravi forme di aritmia: infatti, altre zone del cuore possono contrarsi con un ritmo più veloce e prendere il posto del nodo seno-atriale. Per prevenire queste complicazioni è consigliabile un pacemaker.

• Il blocco atrio-ventricolare. Alcune anomalie della trasmissione dell’impulso a livello del nodo atrio-ventricolare possono improvvisamente aggravarsi e portare a un arresto della contrazione cardiaca; questa situazione tende a risolversi da sola in breve tempo, ma mette ogni volta in pericolo la vita del paziente. Nelle persone soggette l’applicazione di un pacemaker a permanenza è indispensabile.

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