CLASSIFICAZIONE DELLE TIROIDITI

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GHIANDOLA TIROIDE

 

Le tiroiditi sono affezioni infiammatorie della tiroide ad andamento acuto, subacuto o cronico. Rare sono divenute ai nostri giorni le forme tubercolari, actinomicotiche e luetiche (tiroiditi specifiche), mentre di più comune riscontro sono le forme infettive ed autoimmuni.
– Tiroidite acuta suppurativa: rappresenta il 5% di tutte le tiroiditi e si osserva più frequentemente nei bambini. E’ sostenuta in genere da Stafilococchi, Streptococchi e Pneumococchi dopo sepsi e setticopiemie da focolai settici di altri organi o da ferite penetranti nel collo. La flogosi può interessare uno o entrambi i lobi e diffondersi alle strutture circostanti. Il quadro clinico è caratterizzato da febbre remittente, astenia, malessere, dolore al collo con irradiazione alle spalle, alle mandibole, alle orecchie ed esacerbato dalla deglutizione. Possono essere presenti tosse secca, disfagia, disfonia o dispnea per interessamento delle strutture circostanti. La terapia è medica (antibioticoterapia). La terapia chirurgica è indicata per drenare un eventuale ascesso, per decomprimere le strutture vascolari, l’esofago, la trachea o il nervo ricorrente, e nelle fistolizzazioni.
Tiroidite subacuta di De Quervain: rappresenta l’1-6% di tutte le tireopatie. E’ un processo infiammatorio di probabile etiologia virale, essendo spesso preceduto da una infezione delle prime vie aeree. Ad andamento subacuto, raramente acuto o cronico, è caratterizzata da flogosi non suppurativa, con presenza di tipiche cellule giganti. Il quadro clinico si presenta con febbre di entità variabile, dolore al collo irradiato alla mandibola ed alle orecchie, esacerbato dalla deglutizione. Può essere presente una sindrome ipertiroidea transitoria (sudorazione, tremori, tachicardia) cui può seguire, occasionalmente, un ipotiroidismo, per fibrosi estesa della ghiandola. Il trattamento è medico e si basa sull’uso di cortisonici (Prednisone); nelle forme oligosintomatiche è sufficiente controllare la sindrome ipertiroidea con farmaci beta-bloccanti.

Tiroiditi autoimmuni: vengono compresi con questa dizione quadri clinici caratterizzati dalla presenza in circolo di anticorpi antitiroide a titoli elevati e da infiltrazione linfocitaria della ghiandola: ne fanno parte la tiroidite di Hashimoto e la tiroidite linfocitaria giovanile. La patogenesi sembra ricondursi all’intervento di fattori genetici predisponenti a reazioni immunitarie. La tiroide, tumefatta, presenta diffuse infiltrazioni di linfociti e plasmacellule con formazione di follicoli  linfatici. La sintomatologia è assente nella maggioranza dei casi, talora rappresentata da modesta dolenzia e segni di compressione tracheale ed esofagea. La funzionalità evolve, molto lentamente, verso l’ipotiroidismo.
La terapia è medica, ormonale sostitutiva.
La terapia chirurgica è indicata nel caso di un gozzo sintomatico con aspetto di neoplasia (è possibile l’associazione di ca differenziato o di linfoma della tiroide con la tiroidite di Hashimoto) o per notevoli fenomeni compressivi.

Tiroidite fibrosa invasiva di Riedel: è questa una forma molto rara, che predilige il sesso femminile in età medio-avanzata; la patogenesi è incerta, ma è possibile che rappresenti soltanto un aspetto di un processo fibrotico generalizzato, data la possibile associazione con la colangite sclerosante, le fibrosi retroperitoneali e la fibrosi delle ghiandole lacrimali. La tiroide si presenta tumefatta, a superficie bozzuta, di consistenza lignea, adesa tenacemente alle strutture circostanti. La sintomatologia è caratterizzata da sintomi compressivi a carico della trachea (dispnea), dell’esofago (disfagia), del nervo ricorrente (disfonia). Funzionalmente il paziente è un eutiroideo con lenta evoluzione all’ipotiroidismo. La terapia è analoga a quella della tiroidite di Hashimoto.

 

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