Ferita necrotica avampiede medicazione: dalla teoria alla pratica

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In questo articolo analizzeremo l’evoluzione di una ferita complessa di un avampiede dopo un trauma importante dello stesso. Il trauma ha determinato la frattura di più ossa metatarsali che sono guarite spontaneamente con l’applicazione di una stecca gessata ed il divieto al carico per 30 giorni. Dopo qualche giorno dal trauma si è via via demarcata una zona  di sofferenza dei tessuti molli dell’avampiede con segni inequivocabili di iniziale ischemia tissutale. In effetti il trauma importante ha schiacciato l’impatto ad alta energia i tessuti distruggendo la normale conformazione tissutale costituita di arteriole ,capillari e venine.

La distruzione dei tessuti linfatici periferici, dei capillari e delle arteriole, immancabilmente ha determinato, a valle del territorio irrorato, una zona di sofferenza dei tessuti che come si vede in foto sono importanti.

In questi casi le fratture dei metatarsi sono il male minore e pertanto l’attenzione va concentrata su come trattare la piaga che immancabilmente si formerà nei giorni seguenti.

Quali accorgimenti adottare per la cura della piaga?

Bisogna evitare che la ferita-piaga si infetti e vada a danneggiare ulteriormente i tessuti perilesionali sani, bisogna evitare di applicare prodotti a caso ma che siano specifici per quel tipo di ferita e per quella specifica fase. Bisogna valutare le condizioni generali della persona per capire altri ostacoli per la corretta guarigione dovuti ad altre patologie come per esempio il diabete o altri dismetabolismi. Bisogna pianificare predisponendo trattamenti a cicli regolari che non siano troppo ravvicinati nel tempo per dare modo alle creme e prodotti di esplicare la loro funzione. Bisogna educare la persona a saper gestire le proprie attività di vita in modo tale che non ostacolino il processo di guarigione .Valutare la presenza di materiale umido ed eseguire un tampone per stabilire se vi è una sovra infezione batterica.

Correggere e normalizzare ove possibile i parametri alterati quali glicemia, uricemia con una dieta appropriata e corretta farmacologicamente dopo indicazione del medico.

Procedimento per il trattamento dell’ulcera cutanea:

1)La prima cosa da fare è quella di osservare attentamente la caratteristica della lesione  cercando di stabilirne la profondità, le dimensioni ,i bordi e la possibile formazione di tessuto necrotico. Molto spesso infatti nella fase iniziale appena dopo il trauma i tessuti appaiono tumefatti e dolenti con una colorazione molto arrossata tendente allo scuro e non si ha la possibilità di capirne la futura evoluzione.

In questo particolare  momento l’unico trattamento è quello di far “maturare” l’area, presumibilmente necrotica (quella nera per intenderci) utilizzando delle creme apposite fibrinolitiche e detergenti.

Utilizzando un idrocolloide come il duoderm  si viene a creare una zona umida a diretto contatto con la parte nera  necrotica della ferita. Molto importante non superare i bordi necrotici della ferita per non irritare i tessuti adiacenti integri della cute(immaginate quando si sta troppo tempo in acqua e la pelle delle dita si raggrinzisce) e coprire il tutto con delle garze sterili che saranno mantenute in sede per tre o quattro giorni.

2) La seconda fase comporta una ulteriore valutazione di come la sofferenza dei tessuti  sta demarcando i propri confini e come mostrato in figura ciò è avvenuto. Attraverso il tatto si nota come sotto la zona di pelle che precedentemente era nera adesso ha assunto una colorazione chiara . Sotto questo strato si osserva un’infarcimento di tessuti sottostanti di sangue coagulato che venendo spremuto meccanicamente con le mani e delle garze viene fatto fuoriuscire. Si riapplica idrogel e idrocolloide sulla zona in via di colliquazione e si copre con garze sterili.

3)La terza fase mostra l’eliminazione della necrosi molle precedentemente vista nella foto precedente. La funzione dell’idrogel ha permesso di attuare la fibrinolisi e la successiva detersione del letto della ferita portando in esposizione il tessuto sano e altamente irrorato. Per facilitare la circolazione sanguigna nel letto della ferita si è utilizzata una speciale garza che ha aiutato ad asportare meccanicamente i sottili filamenti di fibrina attuando il debridement della ferita. Il letto della ferita è stato più volte lavato con soluzione fisiologica. Non è stata mai applicata alcuna pomata antibiotica o antisettica  perché non si è ritenuto di farlo.

4) Nella fase quattro sono trascorse circa tre settimane ed alcune sedute di terapia iperbarica , nella foto è evidente il miglioramento della lesione che adesso appare ridotta nelle dimensioni con margini ben irrorati e solo con un leggero strato di fibrina che delicatamente rimuoviamo con garza e con debrisoft(per il debridment della ferita). Si opta di non applicare  crema idrogel poiché i tessuti della ferita sono ben irrorati e con poco tessuto “non vivo” da rimuovere a favore di garza aquacel e medicazione a piatto. Presumibilmente nell’arco di una settimana ancora la lesione dovrebbe via via diminuire di dimensione fino a chiudersi definitivamente.

Al termine di ciascuna medicazione viene sempre riposizionata la stecca per immobilizzare questo piede perché presenta le suddette fratture del primo, secondo e quarto metatarso. Quando saranno trascorsi 30 giorni però la stecca non verrà più applicata perché le fratture metatarsali dovrebbero essere già guarite con formazione di callo osseo adeguato alla ripresa graduale del carico. Sarà molto importante questa fase perché faciliterà la miglior ripresa del lavoro muscolare della gamba e del piede e di conseguenza la circolazione ematica di tutto l’arto.

5) Sono trascorse alcune sedute di terapia iperbarica e le medicazioni adesso vengono fatte utilizzando garza aquacel dopo breve detersione con soluzione fisiologica della ferita. Il miglioramento è notevole e tra qualche giorno potrebbe essere possibile fare un pediluvio utilizzando dell’acqua con dell’amukina  con lo scopo di disinfettare tutto il piede.La ferita viene chiusa semplicemente con una garzina ed un cerotto medicato di adeguate dimensioni e non vi è più la necessità di fasciare tutto il piede come invece avveniva precedentemente.

Fase di guarigionedell’ultra-destra cutanea del piede.

Sono trascorsi circa due mesidall’infortunio che ha causato la ferita necrotica del piede e la risposta alle medicazioni avanzate e alla terapia iperbarica ha dato o suoi frutti come si può valutare osservando la foto.

 

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