Come comportarsi dopo intervento al piede per alluce valgo e interventi metatarsali

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In questo articolo affronteremo le problematiche comuni per quei pazienti che sono stati operati di alluce valgo, dita a martello, dita sovrapposte, fratture dell’alluce e fratture teste metatarsali. Come è facile intuire non analizzeremo ogni singolo tipo di intervento perché verrebbe fuori un articolo lunghissimo, noioso e confuso, quindi concentreremo l’attenzione su alcune semplici regole, dettate anche dal buon senso, da seguire per evitare possibili e fastidiose complicazioni.

Quali sono le regole semplici da seguire per interventi al piede?

Partiamo dal presupposto che ogni intervento effettuato sul corpo umano va a modificare l’assetto circolatorio della zona, interrompendo, attraverso il taglio del bisturi, le normali ramificazioni arteriose e venose nonché dei vasi linfatici. Da questa semplice evidenza si intuisce che la circolazione locale viene modificata e vengono a crearsi dei percorsi ematici e linfatici  alternativi che hanno lo scopo di portare ossigeno e sostanze nutritive a valle della zona operata dove sono stati recisi i piccoli vasi sanguigni.

Perché gli arti inferiori gonfiano dopo l’operazione?

Molto spesso il paziente torna al proprio domicilio senza avere compreso appieno le indicazioni fornite nella lettera di dimissione e si spaventa perché si vede il piede particolarmente gonfio e dolente. Non sempre prevale il buon senso e talvolta le persone devono sbrigare delle faccende “inderogabili” restando in piedi per lunghi periodi, con il piede basso e appoggiandolo a terra anche se in qualche occasione non dovrebbero farlo. Per il principio spiegato appena sopra immaginiamo che il torrente circolatorio del piede sia stato modificato a causa dell’intervento chirurgico e che la stessa attività di pompa dei muscoli della gamba venga meno per il non carico prescritto, risulta chiaro che il sangue rallenti il circolo in prossimità di tutto il piede e questo “ristagno” di sangue e linfa fa gonfiare tutto il piede. Questa condizione provoca prima di tutto preoccupazione del paziente e successivamente contribuisce a tenere il dolore ad un livello alto. In effetti il gonfiore esagerato determina una compressione interna dei tessuti molli che accentuano quindi la percezione del dolore.

Cosa fare se hai i piedi gonfi dopo l’intervento al piede?

Non bisogna allarmarsi più di tanto  in caso di gonfiore, anche se ritenuto esagerato,  ed è utile fermarsi e smettere di fare quello che si stava facendo, ci si mette tranquilli e ci si sdraia sul letto mettendo un paio di cuscini sotto il ginocchio fino al piede facendo il modo che  sia più alto rispetto al piano del cuore, questo per avere il maggior effetto drenante  sfruttando la forza di gravità. Nel caso non ci si trovi a casa propria e non vi sia la possibilità di avere un letto, basta avere un divano a cui anteporre una sedia e mettendo sempre un paio di cuscini tenere l’arto inferiore in scarico. Molto utile per lenire il gonfiore e  il dolore è l’applicazione di ghiaccio sulla parte interessata avendo cura però di non creare le ustioni da freddo( mai mettere il ghiaccio a diretto contatto con la pelle e per tempi prolungati).

Quando il gonfiore del piede deve preoccuparci?

Dopo avere provato i sistemi di drenaggio e trascorse diverse ore senza avere minimo miglioramento del gonfiore e del dolore è utile telefonare in ambulatorio dove si è in cura ed esporre il problema. Sarà il medico a valutare caso per caso, escludendo problemi di infezioni, o di altro genere. La valutazione della ferita è fondamentale in questi casi perché ci farà capire se il gonfiore può essere causato dal normale deficit circolatorio dovuto all’intervento o se coesistono problemi della ferita come sovrapposizioni batteriche o quant’altro. Dopo aver fatto diagnosi il medico appronterà la giusta terapia da seguire.

Mi posso lavare il piede dopo l’intervento per alluce valgo e riallineamento metatarsale?

I punti di sutura presenti sulla cute servono per tenere vicini i margini della cute e far avvenire la cicatrizzazione che in media richiede dai 12 ai 15 giorni pertanto fino a quel momento è sconsigliabile bagnare la ferita. Una ferita ancora “fresca” potrebbe permettere l’ingresso di germi nei tessuti sottostanti la cute e  manifestare una infezione della ferita chirurgica. Per potersi lavare in questa fase (cioè quando ancora si hanno i punti di sutura) bisognerà prestare molta attenzione a non bagnare la fasciatura e lavarsi a “pezzi” con la spugna. In caso la medicazione si bagni è molto importante togliere le garze e la fasciatura, disinfettare con garza sterile e soluzione betadine e coprire con garze sterili nuove, rifacendo la fasciatura finale che fissa le garze. Ricordarsi di non stringere troppo la fasciatura al fine di evitare costrizioni pericolose per la circolazione sanguigna.

Posso camminare con il piede fasciato?

La risposta è :dipende. Dipende dal tipo di intervento subito e dalla presenza di eventuali tutori ortopedici prescritti. Per esempio in caso di alluce valgo, con l’ausilio di apposita scarpa, si può deambulare per brevi tratti a casa e certamente non per lunghi percorsi. In caso di fratture metatarsali che sono state trattate chirurgicamente il carico sicuramente non sarà concesso dall’ortopedico che prescriverà la deambulazione fuori carico con l’ausilio di due stampelle. In generale tutte quelle fratture ed interventi sulla parte distale del piede  dalle diafisi metatarsali fino alle falangi permettono un appoggio sul retro piede e quindi calcaneare salvo diversa prescrizione medica.

Devo eseguire una terapia antitrombotica eparinica?

Normalmente si esegue una puntura sottocutanea una volta al giorno il cui dosaggio generalmente è di 4000 u.i . I motivi non sempre sono strettamente sanitari perlopiù dettati da una sorta di protezione di tipo medico legale. La mancata prescrizione della terapia antitrombotica potrebbe generare delle colpe mediche in sede giudiziaria pertanto viene quasi sempre prescritta in caso di interventi agli arti inferiori come piedi e gambe. Queste punture si faranno fino a quando il soggetto non deambulerà autonomamente senza ausilio di presidi attivando la muscolatura necessaria delle proprie gambe.

Dopo intervento di alluce valgo dovrò fare riabilitazione?

Questa è un’altra domanda che sovente viene posta al medico e la risposta anche in questo caso è: dipende. Se trascorso il periodo di immobilizzazione  parziale del piede ci si accorge che l’alluce è rimasto particolarmente rigido forse sarà necessario farsi valutare da un fisiatra che prescriverà le sedute di fisioterapia il cui scopo sarà quello di sbloccare l’alluce. Se camminando con una calzatura comoda(non più la talus o calcaneare) non si avvertono particolari disturbi di rigidità/dolore allora il fisioterapista non servirà.

Conclusioni:

Spero di essere stato esauriente nella descrizione dei più comuni quesiti dei pazienti operati per alluce valgo e per tutti gli altri interventi al piede, rimanendo sempre sottinteso che il paziente segue le indicazioni del medico e queste mie spiegazioni sono frutto della mia personale esperienza e non costituiscono una regola certificata e basata sull’evidenza.

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