Come la gestosi provoca danni al nascituro ed alla mamma.

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schema insorgenza gestosi
Se le arterie della placenta sono contratte vedi (fig1) insorgono delle lesioni dei tessuti placentari (fig2) che provocano la formazione di emboli,trasportati ai polmoni (fig3) ;qui si liberano delle sostanze(fig4) che favoriscono la formazione di coaguli(fig5);questi vengono trasportati ai reni e li ledono (fig6) ,provocando una ritenzione di sodio e acqua(fig7),che aggrava la costrizione delle arterie placentari(fig8).

Nel terzo trimestre di gravidanza, può insorgere una malattia piuttosto grave, la gestosi; questa malattia, se trascurata, può compromettere lo sviluppo del bambino e, addirittura, causarne la morte. La gestosi è dovuta a tre sintomi principali: la comparsa di edemi, cioè di gonfiori alle gambe, alle mani e al viso, che sono segno di ritenzione di liquidi nei tessuti; l’ipertensione arteriosa; il passaggio di proteine nelle urine.
Questi sintomi possono comparire, in forma lieve, anche in una gravidanza perfettamente normale: in genere, si considerano preoccupanti una perdita di proteine con le urine che superi il mezzo grammo per litro e una pressione arteriosa che superi i valori di 90 mm Hg per la pressione minima e di 140 mm Hg per la pressione massima. Un’eccessiva ritenzione di liquidi può essere sospettata quando il peso tende ad aumentare, nel secondo trimestre di gravidanza, di più di mezzo chilogrammo alla settimana.
La comparsa anche di uno solo di questi sintomi può far sospettare l’insorgenza della gestosi, una malattia complessa che interessa diversi organi interni e si ripercuote sull’organismo del bambino. Il meccanismo di insorgenza della gestosi è piuttosto complicato e crea ben presto un circolo vizioso, per cui è spesso difficile definire la prima causa che ha dato origine alla malattia. Spesso questa prima causa è rappresentata da una contrazione cronica delle arterie della placenta, causata, per esempio, da un’ipertensione precedente alla gravidanza; il minor afflusso di sangue, oltre a essere dannoso per il bambino lede i tessuti della placenta e porta al distacco di piccoli frammenti, detti emboli, che penetrano nel sangue materno e vengono trasportati al polmone. Nel polmone gh emboli provocano la formazione di piccoli coaguli di sangue, che vengono trasportati nel rene, dove danneggiano le strutture che hanno il compito di filtrare e purificare il sangue. A questo punto il rene non può più svolgere correttamente la sua funzione: con le urine vanno perse delle proteine preziose per l’organismo, mentre sali e liquidi vengono trattenuti nell’organismo.
Proprio la ritenzione di sali, e più precisamente di sodio, provoca una maggiore costrizione delle arterie di tutto l’organismo, aggravando la situazione a livello della placenta. Poiché la placenta è l’organo che permette il passaggio di sangue ossigenato e ricco di materiali nutritivi dall’organismo della madre a quello del bambino e, viceversa, il passaggio verso l’organismo materno del sangue del bambino ricco di prodotti di rifiuto, è facile capire come un minore afflusso di sangue alla placenta possa compromettere la sa ute del nascituro.
I fattori che possono favorire l’insorgenza della gestosi sono numerosi: fra questi vanno ricordati l’ipertensione, il diabete, che agisce con un meccanismo analogo, provocando lesioni a carico delle arterie della placenta, le malattie renali, che favoriscono la ritenzione di sodio e liquidi, l’obesità, che provoca un aumento della pressione nell’addome, riducendo l’aff usso di sangue all’utero, e forse anche gli stati d’ansia, che potrebbero causare degli spasmi delle arterie che portano il sangue alla placenta.
Per prevenire la comparsa della gestosi, è importante che le donne affette da qualche malattia predisponente giungano alla gravidanza nelle migliori condizioni di salute possibile: le donne obese devono dimagrire, quelle diabetiche o ipertese devono correggere il loro squilibrio metabolico ancora prima dell’inizio della gravidanza. Successivamente, queste donne dovranno sottoporsi a visite ed esami di controllo molto frequenti.
Una volta insorti i sintomi della gestosi, è importante seguire la cura prescritta dal medico; molto utile è il riposo a letto, evitando però di mantenere a lungo la posizione supina; in questa posizione, infatti, l’utero comprime i
grossi vasi sanguigni dell’addome, rendendo difficoltosa la circolazione del sangue. Molto importante è anche la dieta, che deve essere equilibrata, ricca di proteine e piuttosto povera di grassi e zuccheri; è essenziale limitare il piìi possibile l’uso del sale da cucina, che è cloruro di sodio: l’eccesso di sodio nel sangue favorisce, infatti, la contrazione delle arterie.
Nei casi più gravi, è consigliabile il ricovero in un ospedale specializzato. Infatti, se non viene curata adeguatamente, la gestosi può provocare conseguenze gravi: se l’apporto di sangue alla placenta diminuisce stabilmente, il bambino può accrescersi in modo insufficiente o nascere prima del tempo;a volte, il feto può addirittura morire.
In una fase ancora più avanzata, la gestosi può essere nociva anche per la madre; questa ulteriore fase del a gestosi è detta eclampsia, e si manifesta con dolori allo stomaco e vomito, mal di testa alle tempie e alla nuca, disturbi visivi come sdoppiamento delle immagini o comparsa di macchie nere o luminose nel campo visivo. Il manifestarsi di questi sintomi richiede il ricovero urgente in ospedale, perché cure immediate possono ancora salvare sia la madre sia il bambino; ma se le cure tardano, la madre può essere colpita da attacchi di convulsioni, a volte talmente gravi da portarla a morte.

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